A Genova è scoppiata una bomba politica! Silvia Salis, neosindaca eletta da poco con promesse di cambiamento, ha sorpreso tutti alzando l’IMU per 27.000 abitazioni a canone concordato, un aumento schock del 40%, passando dallo 0,78% all’1,06%. Questo provvedimento, che si traduce in 5.300.000 euro in più nelle casse del Comune, colpisce duramente chi ha investito i propri risparmi in piccoli appartamenti per famiglie, non i ricchi, ma i cittadini comuni.
L’opposizione è in rivolta. Associazioni di proprietari e politici accusano la Salis di tradimento e di aver scelto una manovra miope e classista. “Ci trattano come un bancomat”, denuncia Valentina Pierobon, presidente di ASP. La giunta, rappresentata dal vicesindaco Terrile, difende la scelta: “Avevamo un buco da 50 milioni. O alzi le tasse o tagli i servizi essenziali”. Ma la risposta non convince. Il pubblico si infuria, i social esplodono con commenti di indignazione e tradimento.
La situazione si fa sempre più tesa. In meno di 24 ore, una petizione contro l’aumento dell’IMU ha raccolto oltre 10.000 firme, e una manifestazione spontanea si prepara davanti a Palazzo Tursi. “Promesse tradite, portafogli svuotati”, gridano i manifestanti, mentre la Salis cerca di ricompattare la sua maggioranza in una conferenza stampa tesa.
Il clima di sfiducia è palpabile. I consiglieri di maggioranza si distaccano, e alcuni assessori valutano dimissioni. La città è spaccata e il dibattito infuoca. La Salis, da paladina del cambiamento, è diventata simbolo del malcontento. La domanda è chiara: è giusto sacrificare i piccoli per salvare il bilancio? I prossimi giorni saranno decisivi. Genova osserva e reagisce, e la tensione cresce. Rimanete sintonizzati per gli sviluppi di questo scandalo politico che scuote la città.